Oggi sui luoghi di lavoro il numero di dipendenti che lavorano da casa o da una postazione remota è aumentato drasticamente. Il termine “smart working” è ormai generalmente associato ad un nuovo modo di lavorare, imposto anche a causa della pandemia di COVID. Ma cosa significa esattamente smart working? Questo articolo esplorerà perché lo smart working è necessario e come le aziende possono trarne vantaggio!
Cos’è lo smart working e la differenza con il telelavoro
Fare smart working significa che i dipendenti e i collaboratori di una azienda lavorano da remoto, e non necessariamente da casa. Possono infatti usare una varietà di dispositivi (pc, laptop, tablet) e sono connessi in ogni momento con l’intranet e il cloud dell’azienda. Con questo nuovo modo di lavorare, le aziende possono mantenere inalterata la produttività e risparmiare al tempo stesso sui costi degli spazi per gli uffici, riducendo il numero di luoghi fisici in cui il personale si deve recare.
E’ però importante comprendere che questo nuovo approccio al lavoro ha alcune particolarità, come ad esempio il fatto che è il dipendente a scegliere quando e come lavorare e che quindi il datore di lavoro deve essere disposto a concedere un certo grado di libertà al proprio personale.
Questa è la differenza più grande con il telelavoro, che è invece una modalità in cui l’azienda impone ritmi e priorità al lavoratore, il quale semplicemente lavora “a distanza”.
Alcuni benefici dello smart working
Da questo nuovo modo di lavorare derivano alcuni benefici: tra questi ci sono una maggiore produttività, più collaborazione tra colleghi e una maggiore flessibilità quando si tratta di carichi di lavoro. Lo smart working, ad esempio, è la modalità ideale per donne rientrate dalla maternità o anche lavoratori più anziani che possono beneficiare del fatto di lavorare prevalentemente da casa.
Allo stesso tempo ci sono alcune sfide che vengono dallo smart working come assicurare che il personale non abusi della libertà concessa dal datore di lavoro o manchi di motivazione perché rimane privo del confronto con i suoi pari..
Alcune criticità vengono anche dal fatto che per ottenere davvero tutti questi vantaggi si deve investire pesantemente prima in attrezzature tecnologiche (come i computer portatili) che possono rivelarsi troppo costose in termini di costi di investimento e anche investire molto in formazione, poichè non tutti posseggono competenze adeguate all’utilizzo delle nuove tecnologie.
Il futuro dello smart working
Qualche anno fa, solo poche grandi aziende americane avevano adottato questa tendenza dello smart working: oggi non è più un’eccezione ma la regola. Negli ultimi mesi abbiamo assistito a una grandissima diffusione dello smart working in molte aziende anche del nostro paese. Una delle ragioni è che ci sono alcune iniziative di smart working che hanno avuto tanto successo, come la politica “20% Time” di Google, dove i dipendenti possono lavorare sui propri progetti per un quinto del loro tempo o anche il programma Bootcamp di Facebook (progettato per sviluppare le competenze).
Il futuro vedrà molto probabilmente un ulteriore aumento dei team che lavorano da remoto e con esso l’aumento dei livelli di produttività. A questo proposito le più grandi software house nell’ultimo anno hanno sviluppato nuovi software per rendere i team remoti più collaborativi ed efficaci.
Indipendentemente da quanto lontano andremo con le soluzioni smart working, certamente riunioni periodiche in cui ci si vede faccia a faccia con i colleghi resteranno obbligatorie.