In Italia, c’è un termine che viene usato spesso, talvolta con una sfumatura di critica, per descrivere una categoria particolare di lavoratori: il “popolo delle partite IVA”. Questo termine si riferisce a tutti quei professionisti che, operando in maniera autonoma, decidono di intraprendere la propria attività senza vincoli da parte di un datore di lavoro. In ambito internazionale, queste persone vengono comunemente chiamate freelance. Si tratta di lavoratori che, sfruttando le proprie competenze e conoscenze, scelgono di essere i soli responsabili del proprio destino professionale, assumendo tutte le responsabilità e i rischi connessi alla gestione della propria attività. Essere freelance significa, infatti, avere la libertà di decidere autonomamente quali progetti seguire, quali clienti servire e come organizzare il proprio tempo. Tuttavia, questa libertà è accompagnata anche da una serie di sfide, come l’incertezza del reddito, la gestione delle spese e la necessità di rimanere costantemente aggiornati nel proprio settore per essere competitivi sul mercato. In sintesi, il “popolo delle partite IVA” rappresenta una realtà lavorativa dinamica e complessa, caratterizzata dalla volontà di essere indipendenti e di costruire la propria carriera senza fare affidamento su strutture aziendali tradizionali.

La categoria dei freelancer è oggi al centro dell’attenzione non solo per il suo impatto economico, ma anche come fenomeno sociale in forte espansione. Questo modello di lavoro sta attirando sempre più l’interesse, soprattutto tra i giovani, che vedono nell’autonomia professionale un’opportunità per realizzare i propri progetti e aspirazioni. La crescente domanda di competenze digitali, insieme alla proliferazione di nuove professioni nel mondo online, ha contribuito a rendere il freelancing una scelta lavorativa sempre più diffusa. Inoltre, il panorama digitale offre oggi numerose piattaforme che facilitano la ricerca di opportunità di lavoro, mettendo in contatto professionisti e clienti in modo rapido ed efficiente.

Ma prima di approfondire questo mondo, è importante comprendere cosa significhi realmente essere un freelancer. Essere un lavoratore autonomo comporta la gestione diretta della propria attività, dalla ricerca dei clienti alla gestione dei progetti, fino alla cura degli aspetti amministrativi e fiscali. Questo ruolo offre grande libertà, ma richiede anche una notevole disciplina e capacità di organizzazione.

Se stai pensando di intraprendere la strada del freelancing o sei alla ricerca di piattaforme che ti permettano di conciliare lo studio con il lavoro, sei nel posto giusto. Qui troverai informazioni e consigli utili per muovere i primi passi in questo campo e scoprire le migliori risorse a tua disposizione.

Definizione di freelance: chi è e cosa fa

Il termine “freelance” o “freelancer” (da non confondere con “free lacer”, che ha un significato completamente diverso) è sinonimo di libero professionista. Un freelance è un lavoratore che opera in maniera autonoma, senza essere subordinato a un datore di lavoro fisso. Invece di avere un rapporto di dipendenza, il freelance offre i propri servizi come fornitore indipendente, mantenendo pieno controllo sulla gestione della propria attività e sulle decisioni professionali.

Negli ultimi anni, il numero di lavoratori freelance è cresciuto significativamente in tutto il mondo. Questo fenomeno è dovuto a una serie di fattori: l’evoluzione del mercato del lavoro, le conseguenze della crisi economica, e i cambiamenti negli stili di vita che spingono sempre più persone a cercare maggiore flessibilità e autonomia nella propria carriera.

In Europa e in Italia, molti lavoratori si dimostrano pronti a intraprendere la strada del lavoro autonomo. Una ricerca condotta da ADP, azienda specializzata in soluzioni di Human Capital Management (HCM), ha esplorato il tema della gig economy intervistando circa 10.000 lavoratori in tutta Europa. Dai dati raccolti emerge che il 68% degli intervistati è interessato, o considererebbe, il lavoro autonomo o da freelance.

In Italia, la media di coloro che guardano con interesse al freelancing è del 65%. Tuttavia, questa percentuale sale significativamente tra i giovani: l’85,7% dei ragazzi tra i 14 e i 24 anni esprime interesse per il lavoro autonomo, e la percentuale resta alta, al 76,4%, tra i 25 e i 34 anni.

In generale, in Italia, i professionisti freelance sono solitamente identificati con coloro che operano attraverso una partita IVA, necessaria per svolgere attività lavorative in modo indipendente dal punto di vista fiscale.

Il boom delle partite IVA e la crescita del lavoro autonomo

Nel 2021, l’Italia ha assistito a un vero e proprio boom nelle aperture di partite IVA, con circa 549.500 nuove registrazioni, segnando un incremento del 18,2% rispetto all’anno precedente. Questo aumento è stato in parte il risultato di un “rimbalzo” dopo la flessione subita nel 2020 a causa della pandemia. È interessante notare che il 70% di queste nuove aperture è stato effettuato da persone fisiche, segno di un crescente interesse verso il lavoro autonomo tra i cittadini.

Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), nel 2022 sono state aperte circa 501.500 nuove partite IVA, con una flessione dell’8,7% rispetto al 2021. Nonostante questo calo, il mondo dei liberi professionisti con partita IVA continua a essere ben radicato e presente in ogni settore lavorativo del paese.

L’Italia si posiziona al secondo posto in Europa, subito dopo la Grecia, per il numero di lavoratori freelance. Questo dato sottolinea l’importanza e la diffusione del lavoro autonomo nel panorama economico italiano. Dall’altro lato dell’Atlantico, gli Stati Uniti risultano essere il Paese con il numero minore di freelancer, secondo la classifica dell’OCSE. Tuttavia, questo scenario potrebbe cambiare rapidamente. Un’indagine recente condotta da Upwork, una delle principali piattaforme globali per la ricerca di lavoro freelance, prevede che entro il prossimo decennio, con l’ingresso della Gen Z nel mercato del lavoro, lavorare da remoto diventerà la norma per circa il 73% dei team aziendali.

Il mito del posto fisso sembra ormai tramontato, e sempre più persone sono attratte dai vantaggi del lavoro autonomo, che offre maggiore flessibilità e la possibilità di gestire la propria carriera in modo indipendente. Questo è particolarmente vero per i giovani, che stanno trovando nell’economia dei lavoretti (gig economy) un’opportunità per entrare nel mondo del lavoro già durante il periodo di studio. Attività come quelle dei rider per i servizi di delivery sono diventate una fonte di guadagno per molti studenti, permettendo loro di integrare le proprie finanze senza compromettere troppo il tempo dedicato allo studio.

Lavori digitali che puoi svolgere come freelance oggi

La digital economy ha aperto le porte a una vasta gamma di nuove professioni, molte delle quali si prestano perfettamente al modello di lavoro freelance. Queste nuove figure professionali, inizialmente viste come “lavoretti”, possono rapidamente trasformarsi in carriere stabili e gratificanti.

Un articolo pubblicato su Forbes elenca ben 55 attività professionali che possono essere avviate rapidamente e senza necessità di un grande capitale iniziale. Naturalmente, per intraprendere queste attività è fondamentale possedere determinate competenze, che possono variare a seconda del settore in cui si sceglie di operare.

Le competenze più richieste ai freelancer

Secondo i dati di DemandSage, le competenze più richieste nel mercato freelance si suddividono in tre aree principali: competenze tecniche, customer service e digital marketing.

  1. Competenze tecniche:
    • Programmazione: La conoscenza di linguaggi di programmazione è essenziale, con Java, PHP, CSS e JavaScript in cima alla lista delle competenze richieste. Queste abilità sono fondamentali per chi desidera lavorare come sviluppatore web, sviluppatore di software o in altri ruoli tecnici legati all’informatica.
  2. Customer service:
    • Data entry: La capacità di inserire e gestire dati con precisione e rapidità è molto richiesta.
    • Comunicazione via email e telefonica: Essere in grado di gestire efficacemente le comunicazioni con i clienti, sia via email che telefonicamente, è cruciale per fornire un eccellente servizio clienti.
    • Supporto amministrativo: Fornire assistenza amministrativa, come la gestione di documenti e la pianificazione, è un altro campo in cui le competenze sono molto richieste.
  3. Digital marketing:
    • SEO (Search Engine Optimization): Ottimizzare contenuti per i motori di ricerca è una competenza chiave per chi vuole lavorare nel digital marketing.
    • Social media marketing: Gestire campagne su piattaforme come Instagram e Facebook richiede una conoscenza approfondita dei social media e delle strategie per aumentare la visibilità e l’engagement.
    • Email marketing: Creare e gestire campagne di email marketing efficaci è fondamentale per molte aziende che cercano di raggiungere i clienti in modo diretto.
    • Research marketing: Analizzare dati e tendenze di mercato per orientare le strategie aziendali è un’abilità richiesta per chi lavora nel marketing digitale.

Queste aree di competenza rappresentano solo una parte delle possibilità offerte dal mondo del lavoro freelance digitale. La richiesta di queste abilità continua a crescere, rendendo il lavoro freelance una scelta sempre più attraente e sostenibile per molti professionisti.

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